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Giacomo Leopardi, nello Zibaldone, lodava la lingua italiana per la sua capacità di adattarsi a “tutti i più disparati stili, ma conservando la sua indole”. “Disparati” si può dire che siano, oggi, anche i metodi e i modi del suo insegnamento, si tratti di lingua o di letteratura.

Ma quali sono i più diffusi nelle scuole della Svizzera italiana? E quali le prospettive, anche alla luce degli attuali programmi di studio, che la ricerca offre affinché l’apprendimento degli studenti sia solido e adeguato alle difficili sfide del nostro tempo? Quali le prospettive più innovative?

Il convegno intende rispondere a questi e ad altri interrogativi, in una prospettiva di studi di livello nazionale e internazionale, anche tenendo conto della prospettiva più ampia dell’italianistica in Svizzera, rivolgendosi a tutti i docenti che hanno a cuore l’insegnamento dell’italiano, alternando le voci degli esperti a quelle degli insegnanti e facendo seguire alle riflessioni teoriche le proposte e le testimonianze che derivano dall’esperienza didattica.

L’iniziativa fa parte del progetto per la fondazione del Centro di didattica della lingua e della letteratura Italiana (CDLLI), nato su finanziamento della SEFRI e dalla collaborazione tra il Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, l’Istituto di studi italiani dell’Università della Svizzera italiana, l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni e l’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale.

La partecipazione è aperta ai docenti di tutte le scuole.